One Kiss One Portrait

Oggi più che mai, il nostro quotidiano frenetico è inquinato da milioni di immagini. Dalla pubblicità per le strade, alle fotografie sui social network, passando per gli archivi di foto ricordo presenti nei nostri smartphone di ultima generazione e hard disk infiniti. Pare vengano scattate circa novecento miliardi di fotografie in un anno. Un numero considerevole, che probabilmente esplicita una importante rinascita fotografica e di linguaggio.
Ma quanto vale una fotografia? E soprattutto, è davvero così positiva questa indigestione giornaliera di immagini?
Ritengo che oggi la fotografia abbia perso i propri valori e fini, primo fra tutti – in quanto mezzo di comunicazione – quello di esprimere un concetto e trasmettere un messaggio. Tante, forse troppe belle fotografie composte da cieli azzurri e realtà saturate allo stremo in photoshop. Raramente buone immagini con il compito di fermare il fruitore e fare in modo che esso rifletta. Istantanee vuote che si traducono in svalutazione commerciale, tanto da far vivere al mercato fotografico una crisi senza precedenti.
La mia scelta di tornare al baratto è stata spontanea, nutrivo il desiderio – almeno per un giorno – di eliminare il denaro e fare in modo che la fotografia servisse a concedere una pausa; con l’intento di scambiare un ritratto con un gesto d’amore e di pace. Fotografare chiunque avesse avuto il piacere di rallentare, lasciarsi andare al fascino della luce per imprimere quel momento per sempre.